Il momento della redazione della tesi di laurea, sia che si tratti di un percorso triennale sia che riguardi un corso di studi magistrale, è considerato un punto cruciale della propria formazione accademica, sebbene negli ultimi anni siano sempre di più gli atenei che non prevedono discussione dell’elaborato, secondo alcuni pareri andando a “svilire” il lavoro condotto dagli studenti. Nonostante questo, sono tanti gli autori che si sono occupati del momento relativo alla redazione della tesi di laurea, consapevoli della centralità e dell’importanza di questo momento nella mente di ogni studente. L’esempio per eccellenza è l’opera redatta da Umberto Eco, il celebre intellettuale che ha redatto un testo divenuto ormai classico, “Come si fa una tesi di laurea”. Sicuramente il volume da cui partire prima di redigere la propria tesi. Oltre però ai tanti consigli dell’autore, può essere utile stilare un elenco di alcuni dei più comuni errori che è bene evitare. In questo caso si è scelto di limitarsi a 5, pur essendo consapevoli che potrebbero essere molti di più.
Non procrastinare
Il primo appare quasi scontato, ma è bene scriverlo per ricordarsene: non rimandare la scrittura. La redazione di una tesi di laurea è un lavoro che richiede tempo, fatica, concentrazione ma soprattutto scrittura, così da poter leggere e rileggere ed eventualmente modificare. È bene perciò non arrivare a ridosso della scadenza prima di iniziare a scrivere ma è anzi consigliabile farlo di volta in volta.
Non scegliere a caso l’argomento
La scelta dell’argomento rappresenta senza dubbio il primo scoglio da superare nella redazione di una tesi di laurea, certamente il primo in assoluto. Non può trattarsi di una scelta dettata dal caso ma deve basarsi sul percorso di studio condotto e soprattutto su quelle che sono le proprie passioni, così da rendere la ricerca delle fonti il più piacevole possibile. La scelta dell’argomento si lega a doppio filo anche alla scelta del o della docente, che accompagnano lo studente nel percorso di ricerca e scrittura del testo. Anche in questo caso è importante muoversi per tempo, alcuni professori possono infatti essere più gettonati di altri e per questo richiedere con largo anticipo il loro supporto potrebbe senza dubbio far la differenza.
Sottovalutare il valore dell’introduzione
In molti casi l’introduzione viene considerata come un elemento accessorio, che c’è ma potrebbe tranquillamente non esserci e ciò non avrebbe alcun impatto nella struttura della tesi stessa. Ciò è indubbiamente vero in senso generale, ma nell’ambito di una tesi di laurea occorre aver presente che l’introduzione rappresenta il primo impatto che il professore e la commissione hanno con il lavoro da voi proposto. Occorre che al suo interno vi sia un resoconto dettagliato di quanto sostenuto all’interno della tesi di laurea, ma allo stesso tempo non serve che sia prolisso o infarcito di dati che già si ritroveranno nei capitoli successivi: deve invogliare alla lettura della tesi, presentandola nel miglior modo possibile.
Non avere una scaletta preliminare
Un buon lavoro di tesi non può essere affidato al caso: per questo non è possibile scrivere senza avere chiaramente in mente il progetto finale. Ciò significa aver già stilato un elenco di quelli che saranno gli argomenti da affrontare nel corso dell’elaborato, ovviamente passibili di modifica nel corso della ricerca, ma ugualmente presenti.
Non dimenticare l’importanza della bibliografia
Molto più spesso di quanto si creda, l’analisi di un lavoro ben fatto parte proprio dalla bibliografia (eventualmente allargata alla sitografia). Tralasciando in questo caso le linee guida su come scrivere la bibliografia, può essere utile soffermarsi su quello che rappresenta all’interno della tesi: indica l’ampiezza della ricerca condotta e il grado di approfondimento che viene dedicato al tema in questione. Per questa ragione le bibliografie più complete possono contare anche svariate pagine all’interno dell’elaborato e rappresentano un elemento che merita grande considerazione.